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Prove penetrometriche: spiegazioni e impieghi - Studio Geologico Bellucci

prova penetrometrica dinamica
elaborazione prova penetrometrica

Che cosa sono le prove penetrometriche?

Le prove penetrometriche rappresentano una tipologia di sondaggi geognostici diretti molto speditivi, che consistono nella misura della resistenza alla penetrazione di una punta conica metallica. Il cedimento del terreno sotto questa punta rappresenta lo sforzo tangenziale, pertanto la velocità di penetrazione è una stima indiretta della resistenza al taglio.
Le prove penetrometriche dinamiche consistono nel collegare la punta ad un asta di acciaio prolungabile con l’aggiunta di successive aste, di peso e dimensioni standard, infissa verticalmente nel terreno a percussione, facendo cadere da un’altezza costante un maglio di un determinato peso.
Il nostro studio si avvale di un Deep Drill DL30, penetrometro di tipo medio secondo la classificazione ISSMFE 1988, con massa battente di 30 kg e volata da 20 cm. Le informazioni fornite dalla prova sono di tipo continuo, poiché le misure di resistenza alla penetrazione vengono eseguite durante tutta l’infissione.
Le letture di resistenza alla penetrazione vengono lette ad ogni avanzamento di 10 cm, permettendo una elevata risoluzione nell’acquisizione dei colpi durante l’esecuzione della prova, la massa battente di 30 Kg permette di discretizzare per piccoli intervalli anche terreni estremamente molli.
Le prove possono essere svolte con punte a perdere o a recupero, a seconda del tipo di terreno che si intende attraversare.

Il minimo ingombro permette di trasportare lo strumento anche all’interno di spazi angusti, cantine e cortili.

A cosa servono le prove penetromentriche?

Queste indagini permettono di ottenere informazioni geologiche e geotecniche utili alla progettazione. Mediante correlazioni e valutazioni statistiche con il numero di colpi Nspt è possibile calcolare i principali parametri dei terreni granulari e coesivi (angolo di attrito e coesione non drenata).
Un buon numero di sondaggi consente di fare correlazioni stratigrafiche e ottenere non solo i dati geotecnici puntali, ma una media dei valori tra tutte le verticali litologiche. 

Dove vengono utilizzate?

Date le ridotte dimensioni del maglio questo strumento è indicato soprattutto per argille, sabbie, ghiaie sciolte o mediamente addensate, materiali lapidei di bassa o media consistenza e per profondità non superiore ai 10-15 metri.

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